Nonno vocabolario

Caro Nonno Vocabolario,
adesso la casa di Roma è silenziosa senza di te e mi manchi un sacco.
Il mio affetto per te è immenso e quando ti penso mi viene sempre da piangere.
Spero che starai bene in cielo.
Con affetto

Matilda

[...] Il mio piccolo Pinocchio vuole sapere perchè le cose si chiamano come gli adulti le chiamano. Vuole sapere il perché delle parole. Vuole sapere come mai il cibo cui aspira si chiama latte, viene dalla mammella, e chi ha la mammella perchè si chiama mamma. Il piccolo si esprime con suoni non organizzati. Gli adulti insegnano l’organizzazione di quei suoni per fare le parole. Parola è la contrazione di parabola. Parabola è l’itinerario, per esempio, di un oggetto che si lancia. La parola si lancia. Quando arriva a destinazione può fare bene, ma anche tanto male. E questo fa ridere. Ma anche no. Ricordare, prego. Ricordare.

La nostra bellissima lingua ha due verbi per significare l’itinerario inesplicabile della memoria.

Ricordare (cuore)
Rammentare (mente)

Ebbene ricordino e rammentino i futuri genitori, che invidio, di spiegare sempre il nascere delle parole, la loro etimologia.

Ma sì, dirò anche cosa significa “etimologia” e da dove salta fuori. Ecco: significa “cercare ed estrarre l’anima della parola”. Quindi il suo nascere ed il suo vivere. L’anima che dura e si trasforma, ma non muore. I bambini si innamorano di quella ricerca, ed in essa trovano se stessi.

Allora già che ci sono dedico questo libro agli insegnanti, il cui mestiere è difficile e pericoloso per dover essi difendersi da pedagoghi ufficiali i quali impostano i programmi tenendo pochissimo conto che il loro contenuto va spiegato.

Basta spiegare le parole, a cosa servono, da dove vengono. Come una curiosa fiaba raccontare le avventure delle parole tra la comunicazione degli esseri umani. [...]

 Esilio infantile, Prefazione

[nella foto, il piccolo "Pinocchio" Maranzana]